Trading online: perché privilegiare i CFD?

Trading online

Negli ultimi anni, il mondo finanziario, come ogni altro ambito, è stato letteralmente modificato dalla tecnologia. Grazie ad essa, i risparmiatori hanno tratto enormi benefici dal punto di vista economico: operare tramite la rete telematica, infatti, garantisce un minor esborso alla voce “commissioni“, rispetto allo sportello bancario, nell’effettuazione delle operazioni di compravendita sui mercati finanziari.

Una modalità di investimento chiamata “trading online“, un nome, oramai, divenuto famigliare per la maggior parte dei risparmiatori di ogni angolo della terra, che lo prediligono, numericamente parlando, in misura sempre più crescente.

Trading online: dal Forex ai CFD, aumenta l’offerta per gli investitori

Fare trading online, però, non fa rima solo con “risparmio”. Esso, infatti, ha ampliato le opportunità di investimento degli utenti, dando loro modo di accedere ad un numero elevato di mercati finanziari, la maggior parte dei quali ignoti sino all’esplosione del fenomeno “trading online”. Basti pensare, ad esempio, al notevole successo riscontrato dal Forex, un mercato che ha dato modo di apprezzare le potenzialità del mondo delle valute come nessun altro prima.

Internet, inoltre, ha consentito, sempre nell’ambito valutario, di accedere ad un nuovo mercato: quello delle criptovalute, le monete “intangibili” che, secondo alcuni, nell’arco di pochi lustri prenderanno il posto delle monete “fisiche”. Il successo del Bitcoin, in tal senso, ne è la più fulgida testimonianza, nonostante il dibattito in ambito finanziario resti piuttosto acceso e di netta contrapposizione fra “favorevoli” e “contrari”.

Uno dei trend più in voga nell’ambito finanziario è investire in CFD, abbreviazione di Contract For Difference (contratti per differenza), che vengono privilegiati, spesso, per la celerità con la quale si possono sottoscrivere. Essi fanno parte della famiglia dei “derivati finanziari“, titoli il cui rendimento è legato allo oscillazioni di un indice sottostante, che può essere di natura azionaria, obbligazionaria, valutaria o del mondo delle materie prime.

Questi strumenti sono noti in ambito finanziario con il nome di OTC (Over The Counter), in quanto negoziati “fuori mercato”, dando modo al risparmiatore di guadagnare non solo in caso di rialzo,posizione tecnicamente chiamata “long”, ma anche eventualmente in fase di ribasso, ovvero “short”. Ed è proprio per questa ragione che viene esposto sia il prezzo di acquisto che quello di vendita di un CFD.

CFD: quali sono i vantaggi?

Uno dei vantaggi di questi strumenti, di conseguenza, è quello di poter trarre beneficio, qualora si optasse per una posizione “short“, anche in caso di andamento negativo dell’indice sottostante. Ma questo è solo uno dei perché scegliere le piattaforme di trading CFD, che vedono aumentare costantemente il numero dei propri “adepti“.

Un aspetto di forte appeal di questi derivati è costituito dal cosiddetto “effetto leva“, in grado di amplificare, talvolta significativamente, i guadagni o le perdite. In questo caso, di conseguenza, dev’essere tenuto in adeguata considerazione il fattore “rischio“, investendo una somma congrua e non troppo elevata, percentualmente parlando, rispetto a tutti gli investimenti posseduti dal risparmiatore.

Gli OTC, inoltre, sono particolarmente graditi per l’enorme ventaglio di scelta: sono oltre 15000 i mercati, infatti, dov’è possibile allocare le proprie risorse finanziarie per il tramite di questi strumenti. Alcuni mercati dei CFD, a differenza – ad esempio – di quello azionario, consentono di fare trading al di là dei canonici orari di “Borsa”. Un vantaggio prezioso soprattutto nel caso venissero fatti degli annunci, da parte di realtà industriali ed economiche, in orario di chiusura dei tradizionali mercati finanziari.

I Contract For Difference, poi, sono particolarmente vantaggiosi dal punto di vista fiscale: non possedendo realmente l’asset sottostante, essi sono esenti dal pagamento dell’imposta di bollo. Un bel risparmio per gli investitori italiani, che per tutti gli altri asset finanziari, eccetto alcune tipologie di polizze vita, sono tenuti a pagare, annualmente, lo 0,20% del valore dei propri titoli. Un salasso che può essere alleggerito, per l’appunto, grazie ai CFD.