Sterlina, e se il rischio per i trader fosse proprio quello di un accordo Brexit?

Anche se i mercati scommettono su una Brexit senza alcun accordo, secondo diversi analisti il vero shock per i Forex trader che puntano sulla sterlina potrebbe derivare dalla situazione inversa, ovvero dal fatto che il primo ministro Boris Johnson possa concludere un accordo improvviso con la controparte comunitaria.

La sterlina inglese è crollata nelle ultime settimane, abbattuta dalle dure posizioni di Johnson, deciso a uscire dall’Unione Europea a qualsiasi costo. Una condizione che ha portato i trader ad aumentare le posizioni contro la valuta, sulle prospettive di una Brexit senza possibilità di intesa con Bruxelles, il 31 ottobre. Eppure, attenzione a quanto potrebbe accadere in senso contrario: già giovedì si è verificato un “anomalo” aumento di quasi un punto percentuale, in pochi minuti, sulla sola minima apertura di flessibilità da parte dei leader europei, fornendo così un assaggio di come gli investitori potrebbero reagire da un accordo.

Naturalmente, oggi il no-deal rimane ancora l’ipotesi più probabile. Uno scenario che è di base per gli economisti di Barclays, che lo considerano quasi inevitabile, mentre secondo un recente sondaggio di Bloomberg c’è solo il 15% di probabilità di un accordo. Johnson spera in una intesa prossima allo scadere, ma a crederci non sono in molti.

“Se Johnson dovesse riuscire a portare a termine un accordo – che attualmente quasi nessuno si aspetta, e non è nemmeno il nostro caso di base – sarà un elemento bullish molto forte per la sterlina”, ha dichiarato Daniel Trum, uno stratega di UBS Global Wealth Management.

UBS Global Wealth è uno dei pochi operatori che già scommette sulla ripresa della sterlina – prevedendo un recupero di oltre il 5% a 1,29 dollari in tre mesi – sulla base di una proroga della scadenza di ottobre. Trum ha detto che esiste il serio rischio che le posizioni che stanno oggi scommettendo sul declino della sterlina, possano essere completamente sorprese da un accordo.

Ricordiamo in tale occasione che la sterlina è stata la valuta del Gruppo dei 10 con le peggiori performance degli ultimi tre mesi, perdendo il 3% nei confronti del dollaro e scambiando intorno a 1,22 dollari. Gli hedge fund hanno accumulato le maggiori posizioni contro la sterlina dall’aprile 2017, secondo i dati forniti all’inizio di questo mese dalla Commodity Futures Trading Commission.
Il posizionamento long sta portando il mercato a reagire in maniera esagerata a qualsiasi cosa anche lontanamente positiva, secondo Jane Foley, responsabile della strategia valutaria di Rabobank.

“C’è il rischio che, se riceviamo buone notizie come la riduzione del rischio di un Brexit senza contropartita, la sterlina possa reagire, e farlo in modo molto violento”, ha detto Foley.

Sebbene l’orologio corra verso la scadenza di ottobre, la preoccupazione per alcuni sul mercato è che un accordo possa arrivare a tarda notte a margine del G7, prendendo alla sprovvisa i trader che non operano nella fascia di trading tra New York e Tokyo. La sterlina inglese è crollata del 6% in due minuti nell’ottobre 2016, portandola al minimo di 31 anni, in un momento in cui i dealer londinesi stavano dormendo e quelli di New York stavano finendo la giornata.

“Se un accordo dovesse essere concordato al di fuori del normale orario di negoziazione in un’ora del giorno in cui non c’è molta liquidità sul mercato, la sterlina potrebbe riprezzare di più”, ha detto Richard Oliver, responsabile del cash currency trading per l’EMEA presso la HSBC Holdings Plc. “Uno scenario di questo tipo creerebbe un rischio di mercato per gli investitori, dato che attualmente sembrano essere a corto di sterline per coprire il loro rischio di Brexit”.